I selvaggi dirupi boscosi attraverso i quali si sviluppa il percorso, visti dal Pizzocco, 11/12/2016

Tra i monti di cacciatori, pastori e fuggitivi: La Cengia dei Contrabbandieri

Gli inospitali Monti del Sole sono solcati da più cenge di quante se ne possano percorrere in una vita intera; alcune di interesse puramente alpinistico o paesaggistico, altre invece che attirano per il loro legame con vicende storiche e con la quotidianità della dura vita nei monti di un tempo. A quest’ultima categoria appartiene la Cengia dei Contrabbandieri, che taglia gli intricati dirupi a sud-ovest del Tornon di Peralora. Un tempo rischioso passaggio di cacciatori e partigiani, dopo la creazione del Lago del Mis è rimasto il più diretto collegamento tra Casera Nusieda e Casera Nandrina, e da lì verso la zona di Gena Alta. Si tratta comunque di una traversata lunga e avventurosa, in cui l’orientamento preoccupa più dell’esposizione in sé, che pure è notevole in alcuni tratti.

Roa Bianca dalla Val dei Forti - 30/10/2016

Problemi di orientamento e incontri inattesi: Val del Burt e Roa Bianca (quasi)

Procedo lentamente sotto le pareti della Roa Bianca, roccia nuda e butterata addobbata con festoni di mughi e ghiaccioli scintillanti. Il Portelin de l’Egua si staglia contro il cielo al culmine di questo valloncello erboso dimenticato, nemmeno degno di un nome sulla Tabacco, frequentato dai pochi che ambiscono a questa cima secondaria. Il clima insolitamente freddo di questi giorni, che ha risparmiato la Val Falcina e la parte bassa della Val del Burt, è stato meno caritatevole su questo versante ombroso: le loppe spuntano qua e là dalla poca neve, e le rocce sono ricoperte di infido vetrato. La traccia nell’erba che sto seguendo è l’unico segno di presenza umana; l’unico rumore, lo scricchiolio lieve dei miei passi sul nevischio intervallato dall’occasionale caduta di qualche ghiacciolo. Un’orma di scarpone nella neve rompe l’ incanto e stuzzica la mia curiosità: che qualcun altro stia vagando proprio oggi per questi luoghi solitari? E com’è possibile che mi stia precedendo, se lungo tutto il percorso non ho incontrato nessuno? Alla mia partenza il parcheggio dell’area pic-nic era deserto, e non conosco altre vie d’accesso alla valle. Accelero il passo verso la forcella.

L'alta Val Sófia

Primo contatto con i Monti del Sole: Forcella Zana per la Val Sófia, 1670 m

Arrivano i primi giorni di freddo a imbiancare le cime più alte delle Dolomiti, segnalando l’ inizio del periodo più propizio per l’ esplorazione di un gruppo montuoso che mi affascina da tempo: i selvaggi Monti del Sole dell’ Agordino. Cime basse e semisconosciute, orrendamente selvagge e dirupate, frequentate da pochi amanti del genere che affrontano dislivelli brutali, orde di zecche e difficoltà spesso al limite dell’ alpinismo per esplorare le cenge e le forre di cui la zona è ricca. Come meta di questa prima incursione, mi serve qualcosa di relativamente facile – nei Monti del Sole non esiste nessun percorso davvero facile – e che mi permetta di osservare dal vivo un buon numero di cime, valli e forcelle per poter interpretare più facilmente le mappe e le indicazioni per i miei vagabondaggi futuri. La scelta cade su Forcella Zana.