La panoramica parte iniziale del Zengion.

Il richiamo dell'abisso: Il Zengion del Col Pizzon

— E se metti male un piede, cosa fai?

— Un cratere, suppongo.

Mentre ripenso al discorso con mia madre la sera prima, striscio centimetro dopo centimetro lungo l’esile scampolo d’erba secca che mi separa dalla Val Pegolera qualche centinaio di metri più in basso. È il passaggio chiave del Zengion: un arditissimo passo del gatto da affrontare carponi sotto la parete strapiombante, la cengia – già ostica e pericolosa nel complesso – ridotta a misera cornice su un baratro di loppe verticali. Abbiamo una corda, ma in mancanza di un ancoraggio solido non servirebbe a nulla: qui contano solo il piede fermo e il sangue freddo. Mi rialzo in piedi, sorrido a Michele che sta filmando. Sono passato.