Roa Bianca dalla Val dei Forti - 30/10/2016

Problemi di orientamento e incontri inattesi: Val del Burt e Roa Bianca (quasi)

Procedo lentamente sotto le pareti della Roa Bianca, roccia nuda e butterata addobbata con festoni di mughi e ghiaccioli scintillanti. Il Portelin de l’Egua si staglia contro il cielo al culmine di questo valloncello erboso dimenticato, nemmeno degno di un nome sulla Tabacco, frequentato dai pochi che ambiscono a questa cima secondaria. Il clima insolitamente freddo di questi giorni, che ha risparmiato la Val Falcina e la parte bassa della Val del Burt, è stato meno caritatevole su questo versante ombroso: le loppe spuntano qua e là dalla poca neve, e le rocce sono ricoperte di infido vetrato. La traccia nell’erba che sto seguendo è l’unico segno di presenza umana; l’unico rumore, lo scricchiolio lieve dei miei passi sul nevischio intervallato dall’occasionale caduta di qualche ghiacciolo. Un’orma di scarpone nella neve rompe l’ incanto e stuzzica la mia curiosità: che qualcun altro stia vagando proprio oggi per questi luoghi solitari? E com’è possibile che mi stia precedendo, se lungo tutto il percorso non ho incontrato nessuno? Alla mia partenza il parcheggio dell’area pic-nic era deserto, e non conosco altre vie d’accesso alla valle. Accelero il passo verso la forcella.