Il caratteristico gendarme della Val de le Barache

Gracchi e baracche: Cristallino di Misurina, 2775 m

Il Cristallino è profondamente segnato dall’ azione umana, essendo stato teatro di aspri combattimenti durante il primo conflitto mondiale. Qua e là spuntano resti di fortificazioni e residuati bellici, e buona parte della salita si svolge per tracce ripide ma visibilmente addomesticate dalla mano umana. Non è una montagna particolarmente divertente per chi come me apprezza l’ occasionale passaggio su roccia, ma i panorami grandiosi – sia durante la salita che ancora di più dalla vetta – tengono vivo l’ interesse e la rendono estremamente remunerativa.

Sotto le crode degli Sfornioi

Sui passi dei camosci: Il Viàz del Fonch

Nel Bellunese, il termine “viàz” indica percorsi generalmente in cengia utilizzati dai camosci nei loro spostamenti e dai cacciatori che davano loro la caccia nei tempi passati. Sono itinerari solitamente molto esposti e di difficile orientamento, su terreno infido e difficilmente proteggibile, che spesso presentano passaggi da superare arrampicando.
Uno di questi percorsi è il Viàz del Fonch, che corre per cenge lungo le pareti degli Sfornioi, alto sopra la Val Bosconero prima e la Val Campestrin poi, collegando Forcella Ciavazòle con Forcella del Matt.

Il Monfalcon di Forni dalla Forcella del Leone

Scalare i castelli di sabbia: Monfalcon di Forni, 2453 m

Le Dolomiti non sono famose per la qualità della roccia di cui sono composte, e in mezzo a tale marciume gli Spalti di Toro e i vicini Monfalconi sono particolarmente famigerati per la loro precarietà. Gli immensi ghiaioni che ricoprono le pendici di questi monti testimoniano la costante azione erosiva a cui essi sono sottoposti, che li rende tanto belli da ammirare, con le loro guglie aguzze, quanto problematici da scalare. Il Monfalcon di Forni non fa eccezione: pur non essendo particolarmente difficile dal punto di vista tecnico (il passaggio chiave viene dato come II°/III-° in base alla relazione), la salita è complicata da pietre instabili e appigli da verificare scrupolosamente.

Lo Sfornioi Nord dalla Forcella dei Pupe

Per cenge e camini sulla montagna dei Pupe: Sfornioi Nord, 2410 m

È il 7 agosto, e sono tornato appena la notte prima da un magnifico trekking di sei giorni nel sud dell’ Islanda. Avrei bisogno di riposare, ma il cielo è finalmente terso dopo settimane di tempo indecente, e sprecare una giornata del genere sarebbe un crimine. Raggiungo un compromesso: approfitto della mattina per racimolare qualche ora di sonno, e dopo un rapido pranzo scappo via alla volta di Passo Cibiana.

Nel mirino, una salita breve che rimando da qualche tempo: lo Sfornioi Nord, dirimpettaio meno appariscente del più popolare Sassolungo di Cibiana, che tuttavia si fa apprezzare per la vista grandiosa che offre sulle cime del Bosconero e per i Pupe, i due peculiari gendarmi che ornano la forcella appena sotto al castello sommitale. La difficoltà tecnica è modesta, qualche passaggio di I e uno di II, ma il fondo è sempre piuttosto instabile e richiede buona confidenza su ghiaie ripide.